Gruppi con tecniche di rilassamento corporeo

Il centro offre come servizio gruppi di tecniche di rilassamento corporeo della durata di un'ora.


Le tecniche di rilassamento sono utili per portare consapevolezza in stati più o meno elevati di ansia. Esse si rivelano estremamente efficaci in quanto permettono di affrontare con più tranquillità gli eventi difficoltosi o i momenti che destano particolare preoccupazione. Qualsiasi siano le dinamiche, le abitudini, le emozioni e i pensieri, interrompere un’attività non funzionale porta ad ottenere un temporaneo stato di salute.

Riferendomi al modello gestaltico, credo sia molto importante considerare l'ansia come una manifestazione di quelle gestalt insolute che sono spesso all'origine degli stati ansiosi che le tecniche di rilassamento possono efficacemente fronteggiare, nella prospettiva di un superamento in chiave evolutiva. L'ansia che spesso accompagna le gestalt insolute crea la necessità di evitare le situazioni problematiche, rischiando di diventare a sua volta il terreno in cui si espande un senso di inefficacia personale e di inadeguatezza, fonte di ansia ulteriore.

La presenza mentale, o consapevolezza, che si attiva con il rilassamento rappresenta, invece, un modo di affrontare "quello che c'è", agendo come un vero e proprio antidoto alla spinta verso la fuga. Più che tendere all'eliminazione dei sintomi, si cerca di renderli più accettabili. Lo sviluppo della consapevolezza e il conseguente sviluppo della respons-ability (abilità di rispondere), fanno sì che l'individuo modifichi l'atteggiamento e il comportamento .
Esistono molti metodi per indurre rilassamento corporeo e mentale, e ciò che hanno in comun è che le  partono dalla concentrazione sul respiro.

Quando si è ansiosi si tende a respirare con la parte alta del torace e ad aumentare il ritmo respiratorio, provocando nell'organismo uno stato di iperventilazione e quindi di diminuzione dell’ossigenazione nel sangue; quest'ultima è responsabile della maggior parte dei sintomi fisiologici e delle sensazioni sgradevoli avvertiti nello stato d'ansia. È utile imparare a praticare la respirazione diaframmatica, cioè quella che scende nell’area addominale. In tal modo si riesce a regolarizzare il ritmo respiratorio e di conseguenza a migliorare l'ossigenazione del sangue, permettendo al corpo di equilibrarsi e rilassarsi. A questo proposito si possono individuare due nuclei importanti: eccitazione e carenza di ossigeno. Vengono quindi proposti i concetti di eccitazione ed agitazione, dove per eccitazione non si intende ansia, ma un aumento dell’arousal (battito cardiaco, aumento del respiro, ecc.), e la discussione sull'ansia diventa importante perché apre la porta agli aspetti dinamici delle funzioni dell'organismo:  l'ansia è prodotta dall'eccitazione non sostenuta da un giusto apporto di ossigeno che si manifesta nel conflitto tra bisogno di respirare e autocontrollo inibitorio dei movimenti respiratori, che viene anche definita "fame d'ossigeno". Bisogna quindi  alleviare lo stato d’ansia agendo sul sistema respiratorio: nello stato di eccitazione, o di ansia, il metabolismo dell'ossigeno aumenta, perciò l'aria residua (il resto non esalato) contiene più CO2 del normale. Si deve eliminare questa aria cattiva prima che l'aria fresca possa fare sufficiente contatto con gli alveoli polmonari. Un aumento dell'inalazione è pertanto inutile. La conclusione è evidente: se esalate dapprima quanto più completamente possibile, la successiva inalazione avverrà senza sforzo.

Nel corso degli ultimi quarant'anni nell’ambito della ricerca neurofisiologica sono stati effettuati una serie di attenti studi per comprendere meglio i meccanismi fisiologici che vengono attivati durante la pratica del rilassamento e della meditazione.

Alcuni studi approfonditi in merito alle risposte neurofisiologiche alle pratiche meditative e di rilassamento  documentano come nel corso della meditazione vi sia un incremento dell'attività α e b, il che evidenzia lo "spostamento" dalla dominanza dell'attività cerebrale dall’emisfero sinistro verso quello destro. Questo spostamento comporterebbe un'attivazione di processi intuitivi e creativi in grado di fornire risorse più efficaci di quelle esclusivamente cognitive e razionali nell'individuazione di soluzioni ai problemi esistenziali del soggetto.

In tutti gli studi, inoltre, il cortisolo, il principale ormone coinvolto nella reazione da stress, risulta fortemente diminuito. E ciò si accompagna ad altre modificazioni di importanti neuromediatori coinvolti oltre che nella regolazione della risposta da stress, anche nel mantenimento del tono dell'umore, nella modulazione dell'attività cardiovascolare e del sistema immunitario. Tutto questo migliora dunque la condizione neurovegetativa del paziente che risulta più disponibile ad affrontare le situazioni quotidiane, anche quelle precedentemente caratterizzate da una risposta ansiosa . Oltre a questo, numerosissimi lavori hanno documentato come praticare rilassamento e meditazione possa incidere direttamente su alcuni fattori di rischio (come l'ipertensione arteriosa), direttamente responsabili di importanti quadri patologici. La pratica meditativa e le pratiche di rilassamento sembrano dunque costituire una specifica tecnica antistress.