Il centro Cassiopea



"
Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi."
Stephen Hawking


Questa è la frase che caratterizza il centro, ma di cosa si occupa Cassiopea?
È un centro di sostegno alla persona nell’arco di vita, in cui è presente un medico Psichiatra e diverse psicologhe - psicoterapeute, ognuna delle quali ha un ruolo ben preciso. I servizi che offriamo sono:


  • Psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo
  • Psicoterapia familiare
  • Play therapy individuale e di gruppo
  • Medico Psichiatra
  • Riabilitazione per bambini con DSA e ADHD
  • Aiuto compiti
  • Potenziamento Cognitivo 
  • Consulenze alla genitorialità
  • Rielaborazione dei traumi con metodo NARM 
  • Terapia EMDR
  • Mindfullness
  • Valutazione, diagnosi e riabilitazione Neuropsicologica e Neuromotoria
  • Psicodiagnostica per la valutazione Clinica e Medico Legale


LA STORIA

La scelta del nome non è cosa facile… come quando si è in attesa di un figlio, si prova, si studia… quel nome è troppo lungo, l’altro è troppo corto e così via… anche per un’attività la prassi è la stessa.  Così ho iniziato a pensare a quali dovessero essere gli elementi che avrebbero dovuto fare parte del nome… un nome legato al campo della psicologia e del sostegno nelle sue varie forme… Ecco prendere forma l’immagine del cielo e le sue stelle… quelle che illuminano i baci degli innamorati e gli abbracci di una famiglia, che uniscono lo sguardo di  chi è lontano e racchiudono tutti i  sogni, i desideri e le speranze del mondo.
Esiste forse qualcosa di più affascinante di una notte piena di stelle?
Spesso ci ritroviamo con il naso all'insù, incantati  dallo splendore di un cielo punteggiato di sfavillanti bagliori, che con un filo luminoso ricamano il cielo di storie senza tempo, da ascoltare in silenzio nell'oscurità di una notte buia, ammaliati dalla magia che solo gli astri sanno donare. E allora ho pensato ad un viaggio tra le stelle: alla scoperta di fiabe e leggende nascoste tra nebulose, polveri magiche e costellazioni. E ho iniziato a studiare i nomi delle costellazioni, tra miti e leggende… ed ho scelto appunto CASSIOPEA.

Sapete cosa è Cassiopea?
È una costellazione circumpolare, cioè una di quelle poche costellazioni che alle nostre latitudini è visibile in ogni periodo dell'anno, dato che non tramonta mai. Ed è la costellazione più facile da riconoscere, a cui facevano riferimento i marinai nell’antichità per orientarsi, dopo la ben conosciuta Orsa Maggiore. La sua forma cambia a seconda dei periodi dell’anno… quando la costellazione si trova sotto il Polo Nord  ha la caratteristica disposizione a "W", mentre quando è sopra forma una "M". È situata in piena Via Lattea. Ed è costretta a girovagare senza posa, trovandosi a volte anche in una posizione senza equilibrio… a testa in giù appunto.

Ma chi era Cassiopea? (...tra mito e leggenda)
Cassiopea, secondo la mitologia greca, era moglie di re Cefeo e regina d'Etiopia, madre di Andromeda. Vantando una bellezza superiore a quella delle Nereidi finisce nel mettersi nei guai, quando quelle grazie all'aiuto di Poseidone, dio del mare, possono vendicarsi con un mostro marino inviato verso le coste del regno etiope perché ne divorasse tutti gli abitanti. Un oracolo svela ai due regnanti come l'unico modo di placare l'ira del mostro fosse quello di immolare la loro giovane figlia Andromeda. E così, non avendo altra scelta, i due genitori fecero legare la ragazza ad uno scoglio lungo la costa come unica vittima in cambio della salvezza dell'intero regno. Fortuna vuole però, che il valoroso Perseo in groppa al favoloso cavallo alato Pegaso si trovasse a passare da quelle parti proprio nel momento in cui l'animale stava per afferrare la povera vittima tra le sue fauci riuscendo a capovolgere l'esito della storia.

Rappresentazione impressionista del mito di Perseo e Andromeda realizzata da Charles-André Van Loo detto "Carle"

Ucciso il terribile mostro e liberata la bellissima Andromeda, Perseo finisce per innamorarsene perdutamente anche se, come succede spesso nella mitologia greca solamente per un breve periodo… La cosa più straordinaria di questo mito è che a differenza di molti altri che riguardano le costellazioni moderne, è quasi interamente disegnato nel cielo, essendo infatti, tutti e sei i personaggi principali dell'aneddoto visibili e vicini tra le costellazioni invernali. Andromeda fu quindi risparmiata, l'ira degli dèi si placò, accontentandosi dello shock procurato a Cassiopea.
Cassiopea seduta sulla sua sedia, come viene rappresentata nella raccolta di illustrazioni astronomiche Urania’s Mirror.Per quel che riguarda Cassiopea invece, gli dèi esaudirono in un certo senso il desiderio di immortalità della regina. La trasformarono in costellazione e la posero su un trono proprio nella calotta del cielo, là dove le stelle non tramontano mai. Tuttavia la sua colpa non si poteva cancellare; anzi, la storia di Cassiopea doveva fungere da avvertimento a tutti gli uomini. Per questo ella fu posta sulla volta celeste capovolta e costretta a stare a testa in giù, una posizione poco favorevole per una regina.

Ecco che allora presenti altre due immagini a me care… la prima il mare… Riporto di seguito una frase che ne racchiude il senso…
"Nelle città senza mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna"
Banana Yoshimoto

Il mare, quell'immensa distesa azzurra, che infonde pace e benessere… una vacanza per lo sguardo e la mente, dove la mancanza eccessiva di stimoli consente di disconnetterci dal caos. Il suo suono, il suono delle onde, induce in uno stato meditativo, in cui l’ambiente e il tempo  intorno scompaiono, provocando una chiarezza mentale e stimolando il pensiero creativo; non di meno lo stato di stupore e meraviglia che si prova di fronte a questa immensità, a me tanto cara, doveva far parte del nome. E non meno importante, soprattutto nella società dei nostri giorni, l’altro tema presente nel mito: la vanità. Raccontare di Cassiopea significa parlare di una donna di grande bellezza e a tradirla furono la consapevolezza del suo splendore e l’orgoglio in cui cadde, fu la sua vanità appunto.
Comunemente la vanità è definita come l'eccessivo desiderio di attuare una propria perfetta immagine (perfetta dal punto di vista del soggetto che la ricerca) da esporre al pubblico, al prossimo o al mondo.  È il dilemma universale "tra l'essere e l'apparire" e suo strumento e tratto distintivo è lo specchio, e questo va bene in tutte le varianti: dallo stagno di Narciso all'impazzante selfie dei nostri giorni, singolare o collettivo, che trova soddisfazione sui vari social. Il vanitoso insegue il proprio miraggio: non si ama, non abbastanza, almeno; lui vuole essere amato. Più esattamente: vuole piacere. Tutte le manifestazioni odierne della vanità ci insegnano una cosa importante: quanto sia difficile riconoscere nelle nostre società i confini della persona e con questi i punti di contatto tra persona e persona.


E allora ecco la scelta del nome… Cassiopea, nel cielo stellato, contemplata dal mare, che funge da avvertimento al pericolo della vanità e all’importanza dell’essere perché come dice Rogers:

"QUEL CHE SONO È SUFFICIENTE, SE SOLO RIESCO AD ESSERLO"